LISTE DI ATTESA, PICARO (FDI): LA PUGLIA FACCIA COME IN VENETO, PER RIDURRE LE ATTESE SI E’ AMPLIATO L’ORARIO

“Come confermato dal 5° Rapporto GIMBE sul Servizio Sanitario Nazionale, presentato a Roma l’11 ottobre scorso, <si accumula sempre più ritardo nell’erogazione di prestazioni chirurgiche, ambulatoriali e di screening non ancora recuperate dalle Regioni nonostante quasi € 1 miliardo di investimenti dedicati e la definizione di un Piano Nazionale per il recupero delle liste di attesa>.

“Come peraltro confermato nell’audizione dell’altro giorno in Commissione Sanità, nonostante le ‘rassicurazioni’ dell’assessore Palese, in Puglia la situazione delle liste di attesa è insostenibile, tra le più gravi d’Italia. Sono ormai quotidiane le decine di segnalazioni di cittadini disperati che non riescono ad accedere in tempi ragionevoli e, soprattutto, compatibili con le rispettive patologie, alle prestazioni del Servizio Sanitario Regionale. Molti pugliesi si vedono costretti, sempre più spesso, a rivolgersi al privato o, addirittura, a rinunciare alle cure. Non è più accettabile che la cura e la prevenzione siano diventate appannaggio di chi pu? pagarsele di tasca propria: i tempi dell’erogazione delle prestazioni diagnostiche e terapeutiche a pagamento sono incomparabilmente più brevi rispetto a quelle istituzionali per le quali il tempo di accesso alle prestazioni supera ormai sempre più spesso i tempi massimi di legge.

“Per ridurre le liste di attesa servirebbe applicare anche in Puglia quello che il Veneto è già realtà: per far fronte al gap che si è generato con la pandemia si è ampliato l’orario (fino ad orari notturni) per l’effettuazione di visite specialistiche, si sono aumentati gli investimenti in dotazioni strumentali, proceduto ad assunzioni di personale medico e paramedico, aumentati dei tetti di spesa per gli accreditati. In più accanto ad un ampliamento delle attività libero professionale intramenia, la Regione Veneto ha rafforzato gli organici di personale medico grazie alle assunzioni di medici specializzandi – già iniziate durante la pandemia – che la Corte costituzionale ha validato con la storica sentenza 36 del 2022. Inoltre, il sistema di prenotazione deve necessariamente distinguere le cronicità dalle acuzie. Nei pazienti cronici le prestazioni devono essere programmate.”


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