Cgl Brindisi:Macchia: «Dema, provocazioni inaccettabili. L’azienda rispetti i lavoratori e il territorio da cui ha già ricevuto tanto»

Il Gruppo Dema rispetti i lavoratori brindisini e gli impegni promessi per questo territorio per onorare i quali, negli anni, ha ricevuto cospicui finanziamenti per milioni di euro proprio dalla Regione Puglia. 

Sono inaccettabili le provocazioni che continuano a giungere dal Gruppo. Quest’ultimo nonostante annunci la chiusura degli stabilimenti nel capoluogo capoluogo messapico e una riduzione degli organici anche in Campania, poi chiede di ricevere 22 milioni di finanziamenti pubblici da Invitalia per un altro investimento in Campania. A che «gioco» si sta giocando?

La Cgil di Brindisi respinge al mittente questa politica del «ricatto occupazionale» messa in atto dalla Dema che da un lato annuncia tagli e dall’altro continua a drenare risorse pubbliche. La situazione poi a Brindisi è quanto mai paradossale dal momento che la società non chiude per mancanza di lavoro perché, da quanto ci risulta, continua ad avere clienti e commesse.

Risulta infatti singolare l’«avvertimento» rivolto ai lavoratori, giunto nelle scorse ore da parte dei legali del Gruppo a «rimuovere il blocco», ossia le giornate di sciopero programmate in segno di protesta legittima dei lavoratori per il loro futuro a rischio, per le «preoccupazioni di uno dei principali clienti» che potrebbe di scegliere di rivolgersi ad altri committenti. Da un lato queste dichiarazioni confermano – ove ce ne fosse bisogno – che gli stabilimenti brindisini sono produttivi e le sue qualificate maestranze quanto mai richieste. Dall’altro che la decisione di Dema di dismettere gli stabilimenti brindisini è anche fuori da ogni logica di mercato.

La Cgil a questo «gioco» sulla pelle di 151 famiglie brindisine non ci sta e metterà in atto ogni azione di lotta possibile per salvare ogni posto di lavoro. Posti di lavoro preziosi e ad alto valore aggiunto come tutti quelli del comparto metalmeccanico letteralmente falcidiato in questi ultimi anni dalla chiusura di tante aziende con la perdita di migliaia di «tute blu», da sempre una risorsa per questo territorio.

Alla Dema diciamo dunque di riprendere a «fare impresa» evitando ogni speculazione sui lavoratori e sul territorio che saranno respinti al mittente dal sindacato il quale, in questi anni, ha sempre avuto un atteggiamento responsabile al fine di salvaguardare il maggior numero di posti possibile. Dema tuttavia non scambi l’atteggiamento responsabile e paziente delle parti sociali per una forma di sudditanza o di stupidità.

Se dialogo ci deve essere questo deve ripartire da subito revocando senza se e senza ma il progetto di chiusura degli stabilimenti e  presentando nei tempi più stretti possibili un piano industriale credibile volto a sviluppare l’attività del Gruppo nei prossimi anni con un vero rilancio.


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