VENEZIA, DETENUTO SUICIDA IN CARCERE A S. MARIA MAGGIORE. SAPPE: “SITUAZIONE ALLARMANTE NEI PENITENZIARI: SUICIDI 25 DETENUTI E 1 POLIZIOTTO DA INIZIO ANNO. ORA SEGNALI CONCRETI DA MINISTERO GIUSTIZIA E DAP”

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Ancora un episodio drammatico in un carcere veneto. Questa mattina, un detenuto rumeno di 32, imputato entrato in carcere a settembre 2022ha deciso di porre fine alla propria esistenza impiccandosi nella sua cella. Lo comunica il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria. 

“Purtroppo il pur tempestivo intervento dell’Agente di servizio non è servito a salvare l’uomo”, spiega Giovanni Vona, segretario nazionale del Triveneto del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria. “L’uomo è stato trovato impiccato alle sbarre della cella. Come sapete, abbiamo sempre detto che la morte di un detenuto è sempre una sconfitta per lo Stato”.

Per Donato Capece, segretario generale del SAPPE, “la via più netta e radicale per eliminare tutti questi disagi sarebbe quella di un ripensamento complessivo della funzione della pena e, al suo interno, del ruolo del carcere. Il suicidio di un detenuto – e dall’inizio dell’anno sono stati già 25, più un poliziotto che si è tolto la vita alcune settimane fa – rappresenta un forte agente stressogeno per il personale di polizia e per gli altri detenuti e sconforta che le autorità politiche, penitenziarie ministeriali e regionali, pur in presenza di inquietanti eventi critici, non assumano adeguati ed urgenti provvedimenti”.

Capece si appella al Ministro Guardasigilli Carlo Nordio: “Chiedo al Ministro della Giustizia Carlo Nordio un netto cambio di passo sulle politiche penitenziarie del Paese. E’ necessario prevedere un nuovo modello custodiale. Tutti i giorni i poliziotti penitenziari devono fare i conti con le criticità e le problematiche che rendono sempre più difficoltoso lavorare nella prima linea delle sezioni delle detentive delle carceri, per adulti e minori. Mi riferisco alla necessità di nuove assunzioni nel Corpo di polizia penitenziaria, corsi di formazione e aggiornamento professionale, nuovi strumenti di operatività come il taser, kit anti-aggressioni, guanti antitaglio, telecamere portatili, promessi da mesi dai precedenti vertici ministeriali ma di cui non c’è traccia alcuna in periferia. Confidiamo dunque che ora si vedano finalmente fatti concreti”.


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