Autonomia, Pedicini (MET): “Anche i saggi del Clep hanno capito che si tratta di una secessione dei ricchi”

L’europarlamentare e segretario del Movimento Equità Territoriale dopo le dimissioni di quattro membri del Comitato per i Lep: “Le conclusioni a cui sono giunti le denunciamo noi da anni”

“Dunque, ora anche quattro tra i più autorevoli “saggi” del Comitato per i Lep sono arrivati alla conclusione che il progetto di Autonomia Differenziata di Calderoli e del Partito Unico del Nord fa acqua da tutte le parti. Che il criterio della spesa storica non fa altro che aumentare e cristallizzare le disuguaglianze tra Nord e Sud del Paese. E che le risorse per finanziare i servizi essenziali o non sono previste affatto dalla legge Calderoli o che comunque sono un’incognita e che a definirle dovrebbe essere il Parlamento, ovvero gli eletti dei cittadini. Infine, neppure gli esimi saggi, come loro stessi sostengono, non hanno ben compreso quali servizi con questa legge si intendano finanziare. Nella sostanza, come si legge nella lettera di dimissioni dei quattro membri dimissionari del famigerato Clep, l’autonomia differenziata è discriminatoria e anticostituzionale”. Così l’europarlamentare del Gruppo Greens/Efa e segretario del Movimento Equità Territoriale Piernicola Pedicini.

“Non ce ne vogliano Amato, Bassanini, Gallo e Pajno, ma le conclusioni a cui finalmente anche questi signori sono giunti, le avevamo dedotte molti di noi anni fa, senza avere bisogno di sedere al tavolo degli insigni esperti nominati dalla Lega Nord. Le loro considerazioni, che secondo Calderoli sarebbero oggi soltanto il frutto di ordini della scuderia dem, non fanno che riflettere le nostre dettagliate denunce, basate su dati oggettivi e su meticolosi studi scientifici. La sostanza resta sempre la stessa: l’autonomia differenziata non è altro che una secessione dei ricchi, tesa a spaccare definitivamente il Paese, a cui continueremo ad opporci, pronti a chiederla noi una separazione, dopo aver ottenuto la restituzione degli oltre mille miliardi di spesa pubblica sottratti negli ultimi vent’anni al Mezzogiorno d’Italia”.


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