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ROMA, ESTEMPORANEA PROTESTA DI UN DETENUTO DI REBIBBIA CHE SALE SU UNA GRU IN CARCERE E MINACCIA DI BUTTARSI. POI DESISTE DALL’INSANO GESTO

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Singolare protesta, presso la Casa circondariale NC di Rebibbia, a Roma, di un detenuto che ha posto in essere una manifestazione di protesta salendo su una gru presente in carcere. 

Come spiega Maurizio Somma, segretario nazionale per il Lazio del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, “nella mattinata di oggi, domenica 6 agosto, presso il carcere romano di Rebibbia NC un detenuto del Reparto G11, durante l’uscita ai passeggi, si è arrampicato sulla gru, momentaneamente presente all’interno per alcuni lavori di rito. Il detenuto, in forte stato di agitazione ha iniziato a minacciare che si sarebbe gettato nel vuoto, chiedendo un elicottero”. 

“Intervenuta immediatamente la Polizia Penitenziaria ed in ausilio i Vigili del Fuoco. La situazione si è fortunatamente risolta: il detenuto in questione è sceso dalla gru, grazie all’interlocuzione con la Polizia Penitenziaria presente”, conclude Somma.

“Sono stati momento di grande tensione, gestiti al meglio dal direttore e dal Personale in servizio di Polizia Penitenziaria”, denuncia il Segretario Generale Donato Capece, il quale evidenzia come la protesta del detenuto è “sintomatica del fatto che le tensioni e le criticità nel sistema dell’esecuzione della pena in Italia restano costanti. E che resta fondamentale dare corso a riforme davvero strutturali nel sistema penitenziario e dell’esecuzione della pena nazionale, a cominciare dall’espulsione dei detenuti stranieri, specie quelli – e sono sempre di più – che, ristretti in carceri italiani, si rendono protagonisti di eventi critici e di violenza durante la detenzione”. “La situazione penitenziaria è sempre più critica – conclude Capece – a causa anche di una popolazione detenuta refrattaria al rispetto delle regole, abituata da anni alla consapevolezza che tutto gli è dovuto. Chiediamo l’immediata applicazione dell’articolo 14 bis dell’ordinamento penitenziario, che prevede restrizioni adatte a contenere soggetti violenti e pericolosi. Sarebbe opportuno dotare al più presto la polizia penitenziaria del taser o, comunque, di altro strumento utile a difendersi dalla violenza di delinquenti che non hanno alcun rispetto delle regole e delle persone che rappresentano lo Stato”.


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