Macchia: «Gran lavoro del Consiglio comunale ora si punti a un piano strategico della logistica integrata per rilanciare l’economia di Brindisi»

L’approdo del Consiglio comunale ad una mozione unica con cui si chiede a Governo e Regione di rivedere le autorizzazioni rilasciate per la realizzazione del terminale Gnl di Edison a Costa Morena, per via delle numerose lacune riscontrare, è una pagina importante che va ascritta alla “buona politica” di questo territorio. L’unanimità raggiunta sul documento finale è segno di una maturità della classe politica cittadina che tiene conto delle istanze dei brindisini, non solo in tema di salute e rispetto dell’ambiente, ma anche e soprattutto denota la volontà di un nuovo modello di sviluppo del capoluogo messapico basato sull’autodeterminazione del territorio in grado di affrancarsi dalle imposizioni che arrivano dall’alto e dai – purtroppo numerosi – “fuffa guru” o lobbisti di turno.

Ora bisogna lavorare su due fronti: quello della verifica puntuale dei tanti pareri – come emerso – rilasciati spesso alla leggera spesso in maniera imbarazzante e quello della proposta, tracciando le linee di uno sviluppo che parta proprio dal porto elaborando un piano serio per lo sviluppo iniziando dalla logistica che altrove, pur non esistendo nemmeno le infrastrutture si intende sviluppare facendo piovere investimenti, e a Brindisi pur essendo dotata di un grandissimo potenziale proprio ci si ostina a non far decollare tentando di relegare il porto ad una stazione di servizio.

Da anni ormai la Cgil sostiene che il porto di Brindisi possa ambire seriamente a diventare la Piattaforma logistica del Mediterraneo sul modello dell’esperienza sviluppata in città proprio con la Base delle Nazioni Unite. Stupisce tuttavia che nonostante le infrastrutture esistenti, i grandi player esistenti, la banchina di Costa Morena già pronta “chiavi in mano”, le importanti opportunità offerte dalla Zes con Zona Franca Doganale (Zona Doganale Interclusa), non si sia ancora proceduto ad elaborare un Piano della logistica che integri, facendole interagire tra loro, le infrastrutture esistenti creando un vero e proprio hub. Anzi si decida di distruggerlo, vanificando gli investimenti già fatti, mettendo una pietra tombale per trent’anni con un deposito di gas, peraltro a poche centinaia di metri dal centro cittadino e dai suoi monumenti più importanti come il Castello di Forte a Mare.

Ci troviamo di fronte ad una fase difficile da gestire per gli effetti che determineranno, primi tra tutti, la fase di decarbonizzazione e la crisi dell’energia, la crisi della chimica e del comparto aeronautico su cui chiediamo un rilancio da parte del Governo. Occorre recuperare il tempo perso in questi anni per ridisegnare l’economia del territorio attraverso un nuovo modello di sviluppo che non può prescindere dalle infrastrutture esistenti e quindi: porto, aeroporto e sistema ferroviario (con l’alta velocità e l’alta capacità). 

L’ultimo Consiglio comunale ha dimostrato che sugli obbiettivi comuni per il bene di Brindisi si può lavorare insieme a prescindere dai credo politici per creare i presupposti per un nuovo sviluppo e una buona occupazione. Sì lavori quindi con impegno a far rientrare Brindisi nel Corridoio 8, farlo diventare un porto “core”, sfruttare i fondi rivenienti dal Pnrr sollecitando l’impegno di alcuni grandi player del territorio a dare corso ad importanti iniziative che possano accompagnare la fase di transizione per costruire nuove economie e a maggior valore aggiunto come la logistica legandola anche con altri settori dall’agroalimentare al manifatturiero. 


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