BRINDISI.Prelievo del contante nei negozi. Confesercenti: “Provvedimento contraddittorio e regole ancora incerte sull’utilizzo del POS”.

Potrebbe arrivare un’altra tegola sulla testa dei piccoli commercianti.

L’ennesima. Dopo il tetto  al cash, l’obbligo di POS e il rilancio della lotteria dello scontrino, ora con la nuova Legge di Bilancio,  in approvazione dal Parlamento, i cittadini potrebbero prelevare contanti anche nei negozi. Una  possibilità che Confesercenti non condivide pienamente. Si vuole far diventare negozianti, tabaccai e  giornalai veri e propri ‘bancomat’ per prelevare, tramite POS, fino a 250 euro in contanti. Un intervento  ancora da capirne l’obiettivo, dal momento che si chiede ai commercianti da un lato di sostituire le  banche ed erogare contanti, dall’altro di scoraggiare l’uso del cash. Un evidente ossimoro e un’idea di  difficile applicazione: il commerciante, per erogare contanti, dovrebbe infatti detenere disponibilità di  liquido congrue, con tutti i rischi che ne derivano. Per una commissione prevedibilmente non superiore  a un euro, forse il gioco non vale la candela. 

“E’ l’ennesimo provvedimento contradditorio su questo fronte – dichiara Michele Piccirillo,  presidente provinciale Confesercenti – alimentando incertezze, mentre l’accordo per tagliare le  commissioni POS per i piccoli esercenti non ha ancora prodotto risultati. Ci sono troppe regole e norme,  peraltro poco chiare, che creano confusione tra i cittadini e grave imbarazzo e creano incertezza da  parte degli esercenti sempre più vessati. Le transazioni cash, viste ingiustamente come indizio se non  sintomo di infedeltà fiscale, sono state limitate e scoraggiate. Prima l’introduzione di un tetto ai  contanti, poi le misure a favore della moneta elettronica, dai grandi investimenti del cashback, che non  ha prodotto i risultati sperati, alla lotteria dello scontrino, che dovrebbe ripartire a breve, in forma  istantanea, solo per chi paga con carta. Ma anche obblighi e sanzioni per imporre l’accettazione di  pagamenti con carte e bancomat, senza considerare i costi sostenuti dagli esercenti. Siamo il bersaglio  preferito di chi assume queste assurde decisioni. Questi decisori però restano sordi di fronte alle nostre  richieste in riferimento all’utilizzo del POS. Chiediamo zero canone, zero commissioni e siamo contrari  all’erogazione del contante nei negozi per una questione di sicurezza dei commercianti, salvo per chi,  sotto la sua responsabilità, dovesse decidere di aderire. Unica mano tesa, la previsione di imporre agli  istituti la riduzione delle commissioni pagate dalle piccole imprese su carte e bancomat, che costano  circa 5 miliardi di euro l’anno. E pesano soprattutto sulle attività di minori dimensioni, che in Italia  sono la maggioranza: quelle con fatturato annuale inferiore ai 400mila euro sono 2,5 milioni, oltre la  metà del totale delle imprese. Ma, al momento, sono solo idee, non essendoci ancora riduzioni  apprezzabili delle commissioni”. 

Per Confesercenti non si è neanche raggiunto neanche l’obiettivo della trasparenza, rendendo  chiare ed esplicite le condizioni applicate da banche e intermediari. La comparazione fra le offerte,  pubblicata sul CNEL, è una babele in cui è impossibile districarsi se non affidandosi a un esperto. E le  migliori condizioni non sono applicate d’ufficio dalle banche: sono le imprese a dover presentare  istanza. Un sistema che non funziona e Confesercenti è pronta a chiedere la verifica dell’efficacia del  protocollo.


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