Radici 021:1 anno fa la città di Francavilla Fontana fu colpita dalla tragica morte del giovane Paolo Stasi, ragazzo di appena 19 anni barbaramente ucciso a colpi di pistola.

La ferita di quei giorni è ancora viva nei cuori dei Francavillesi, che ebbero la forza di reagire attraverso il senso di comunità, spinti dalla voglia di non chinare il capo davanti ad un evento simile, di non arrendersi alla violenza.

Come radici 021 decidemmo di organizzare una manifestazione per reagire ad un evento così tragico attraverso la partecipazione, la voglia di riscatto, ma anche per denunciare una politica che non ha avuto negli anni nessuna cura verso le giovani generazioni.

Essendo ora parte della maggioranza sentiamo maggiormente questo impegno.

Negli ultimi anni, attraverso la rete di associazioni e realtà francavillesi, abbiamo lavorato per costruire proposte strutturali al tema delle politiche giovanili.

Nel prossimo consiglio comunale con il consigliere comunale Antonio De Simone, ad esempio presenteremo una mozione per far aderire il comune al “Treno della Memoria”  un progetto che educa e forma i ragazzi ai valori della nonviolenza, della cittadinanza attiva e del rispetto, per dare l’opportunità ai ragazzi in condizione di disagio economico tra i 19-29 anni di viaggiare nei luoghi della seconda guerra mondiale perché crediamo che non ci possa essere  futuro senza memoria.

Siamo tra i sostenitori del progetto “Galattica”, finanziamento regionale che punta alla creazione di uno spazio nella biblioteca comunale dedicato a ragazze e ragazzi in cui incontrarsi, scambiare idee ed elaborare progetti e sviluppare nuove competenze.

Inoltre in queste settimane stiamo organizzando l’Ajeni Fest, una rassegna culturale- musicale per dare spazio agli artisti emergenti di poter esprimere la propria arte e di creare nuove occasioni di socialità a Francavilla.

Oltre a ciò come movimento politico, continuiamo a curare i rapporti con le periferie organizzando pulizie volontarie dei quartieri e incontri con i cittadini perché crediamo che questo sia l’unico argine possibile per contrastare la disgregazione sociale.

Guglielmo Minervini parlava della politica generativa, cioè di una politica capace di cogliere e sostenere le spinte sociali che tentano di emergere. 

Una politica che quando si fa istituzione smette di chiedersi “quante risorse stanzio” e inizia a chiedersi “quante risorse attivo”.

Sappiamo bene che ancora molto c’è da fare, ma quello che vogliamo lanciare è un segnale che è più difficile dei comunicati stampa e dei like nelle bolle dei social.


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