BRINDISI.Contrade Autigno, Formica, Mascava e discarica Formica ambiente: Una storia sbagliata
Nel corso dell’iniziativa pubblica organizzata a San Vito dei Normanni sabato 6 aprile dalla CGIL, la Sindaca di San Vito Errico e l’assessore di Carovigno Saponaro, hanno detto di voler concordare con la provincia di Brindisi e con il comune di Brindisi un piano di bonifica delle contrade Autigno, Formica e Mascava e la dismissione della discarica Formica ambiente, ovviamente dichiarandosi contrarie all’ampiamento della stessa discarica.
Legambiente esprime apprezzamento per la posizione manifestata, assolutamente in linea con quanto più volte precisato dall’Associazione e ripreso nel comunicato stampa recente di Legambiente Puglia.
Legambiente che da quarant’anni si occupa di questa discarica, cioè da quando con un esposto bloccò lo smaltimento di ceneri della centrale Brindisi nord in tale sito. Già allora si andava evidenziando il paesaggio, più in generale lunare, costituito da cave e discariche, che si trova fra Brindisi e San Vito dei Normanni. Ricordiamo “l’affaire rifiuti”, che Legambiente consegnò all’allora presidente della commissione antimafia Violante e che fu uno degli argomenti a sostegno della costituzione della commissione interparlamentare sulle ecomafie.
La discarica formica ambiente è la stessa che, con la denominazione Ines Sud, fu 30 anni fa al centro dell’attenzione generale quando nella stazione centrale di Brindisi fu trovato un carro ferroviario che trasportava rifiuti pericolosi declassificati e che Legambiente chiamò treno dei veleni
Le contrade Formica, Mascava e Autigno sono state oggetto di ordinanze da parte del sindaco Marchionna quando era primo cittadino di Brindisi all’inizio degli anni ‘90, a causa della presenza di cave, spesso trasformata in discariche di dubbia autorizzazione. La discarica in questione è stata, più volte, attenzionata dalla magistratura e dalla Regione Puglia, la quale, anche in presenza delle segnalazioni pervenute anche dagli sfortunati abitanti della zona in merito alle esalazioni maleodoranti e alla dispersione del percolato, non ha inteso programmare la dismissione dell’impianto quantomeno verificando il superamento del livello di campagna. Tra i vari servizi giornalistici sulla zona, va ricordato quello della Rai realizzato grazie alle riprese dell’apprezzatissimo operatore sanvitese Marcello Palmisano, morto in un agguato contro una troupe Rai in Somalia, dopo la morte di Ilaria Alpi.
La discarica formica ambiente è all’interno del piano regionale dei rifiuti speciali, attualmente in vigore e non risulta che esponenti politici del territorio presenti in Regione e ancor più esponenti politici e amministratori locali di Brindisi abbiano con fermezza contestato questa scelta.
L’ampliamento richiesto della discarica per giungere a due milioni di tonnellate di rifiuti dichiarati speciali e non pericolosi, oggetto di una conferenza dei servizi nell’ambito di una autorizzazione integrata ambientale (AIA) della Regione Puglia, comporta una ulteriore grave ferita in danno delle contrade degli abitanti mai tutelati dalla pubblica amministrazione. Sarebbe per altro inammissibile superare i rilievi critici formulati dalla Provincia di Brindisi concernenti l’impermeabilizzazione della discarica, lo sversamento del percolato, il significativo inquinamento della falda e gli effetti cumulativi degli impatti ambientali e dei danni legati agli impianti presenti nella zona.
L’ampliamento richiesto della discarica è frutto dell’inerzia o del disinteresse delle pubbliche amministrazioni interessate verso le contrade Formica, Mascava e Autigno devastate in tutti questi anni. Il problema, quindi, non può essere ridotto al rispetto o meno di procedure urbanistiche o al ristoro che il Comune di Brindisi potrebbe ricevere in danno dell’ambiente e della salute degli abitanti della zona, ma lo è la permanenza in esercizio dell’impianto, la cui dismissione è necessaria nell’ambito del complessivo piano di bonifica che Regione Puglia, Provincia di Brindisi e i comuni interessati a cominciare da quello di Brindisi, avrebbero già dovuto da tempo avviare e che ora è irrinunciabile.