D’Errico.”Economia locale in crisi: il naufragio della Brindisi Multiservizi e le scarse prospettive future”

La partecipata Brindisi Multiservizi continua ad affondare e di “capitani coraggiosi” di ieri di oggi pensano a toppe peggio del buco. 

Ieri: il rifacimento dei sanpietrini di via Porta Lecce in sub-sub appalto, la sistemazione del Tommaseo pagata a peso d’oro, fatture impagabili per servizi non resi e quindi non liquidate dai dirigenti, transazioni, soccorso finanziario camuffato da rateizzazioni degli introiti di parcheggi,  vietato per legge.

Oggi aumento della tariffa oraria per i parcheggi ed aumento dei pass residenti di oltre 430%; senza avere adottato un nuovo piano della sosta, ed ancor peggio, senza un piano della mobilità sostenibile, PUMS, che commissionato dal commissario prefettizio nel 2018 non ha mai visto la luce e solo fonte di spese progettuali mai finalizzate. Mentre la pista ciclabile urla la sua pericolosa inutilità. 

Oggi il bilancio 2023 della BMS chiude con una perdita di quasi 2 milioni di euro.

Quello del 2022 si è chiuso con una perdita di oltre 600 mila euro. 

Stesso risultato e sentenza si sarebbe avuto per il 2021 ed anche 2020, quando non furono contabilizzati ammortamenti per circa 500 mila euro ed utilizzati i fondi (leggasi tesoretto) accantonati negli anni precedenti, se non fosse stato per norme contabili “anti-Covid”.

La/le soluzioni prospettate dal sindaco oltre quelle rappresentate in un piano industriale ancora in bozza sono figlie dell’incapacità amministrativa di chi si rifiuta di vedere.

Si prenda ad esempio la soluzione della cassa integrazione a rotazione. Bene!!! in una società di servizi labour intensive, ossia in un’impresa che fa ampio uso di fattore produttivo lavoro, se si lasciano a casa i lavoratori come si fa ad erogare i servizi e quindi come si fa a fatturare???.

A meno che non si adotti la soluzione Santanchè, lavoratori in casa integrazione ma in realtà a lavorare.

Ma non solo, ci si dimentica che la società è fortemente “sbilanciata”: una cinquantina di lavoratori non idonei, oltre una ventina di lavoratori che ricoprono ruoli amministrativi ed i rimanenti a  svolgere gran parte dei servizi che la BMS  eroga.

O ancora la soluzione degli introiti dai parcheggi lasciati quasi tutti alla BMS vietata dalla norma come sacramentato dalle sentenze della Corte di Giustizia Europea, della Corte Costituzionale, dalla giurisprudenza formatasi con le pronunce del Consiglio di Stato e dei TAR, dalle linee guida dell’ANAC, dalle osservazioni dell’AGCM, ossia l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato.

Ma siamo arrivati quasi a maggio ed è ancora si parla di soluzioni cotiche e contra legem che ipoteticamente produrrebbero effetti a partire dal 2026: troppo tardi. 

Nessuna proposta coraggiosa neanche dall’opposizione che si limita a stigmatizzare lo stato di crisi aziendale senza dare alcuna soluzione e dimenticando, come fa il segretario cittadino del PD, che questa è un’eredità di molti anni addietro, compresi quelli in cui nell’amministrazione Rossi il PD era il primo partito di maggioranza e quando “regnava” incontrastato l’amministratore Palasciano, difeso da PD e dal sindaco Rossi.

Da assessore provai a proporre scelte dolorose e coraggiose per salvare chi in quella società lavorava ed aveva voglia di lavorare affrontando una volta per tutte la questione dei troppi non idonei e la questione deigli esuberanti amministrativi proponendo con essi l’erogazione dei servizi amministrativi all’ente comunale; soluzione praticata parzialmente ed in ritardo grazie alle resistenze interne; e proposi di affrontare la questione della scarsa produttività e la questione di alcuni stipendi “iperbolici”. 

Di fatto rimasi inascoltato. Uno dei tanti, troppi, motivi che mi indussero a rassegnare le dimissioni.

Purtroppo le parole degli uni e degli altri, come cantava Ivan Graziani, “come bava di lumaca e stanno lì dimostrare che è vero, è vero non si può migliorare” con questi amministratori vecchi e nuovi.

 

Cristiano D’Errico


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