BRINDISI. Devastazione piscina comunale di Sant’Elia,Antonino (Br).Il vandalismo va sempre condannato, senza se e senza ma

Non possiamo che esprimere sconcerto per gli atti di vandalismo che hanno riguardato la piscina comunale di Via Ligabue, al quartiere Sant’Eia.

Finestre in frantumi, trampolino e infissi smontati, panchine divelte e devastazioni nel vano delle pompe. E poi quei fori sui vetri, che farebbero pensare a dei colpi di pistola. Se così fosse il messaggio sarebbe ancora di più inquietante.

Non condividiamo l’opinione di quanti addossano l’intera responsabilità alla Amministrazione Comunale: simili gesti vanno sempre condannati e, ancora di più, isolati, senza se e senza ma.

Non siamo stati teneri nei confronti della Giunta Rossi per la pessima gestione delle piscine comunali: tentativi di vendita andati a vuoto bandi per affidarne la gestione rimasti deserti. E nessuna soluzione nell’immediato futuro. Ci eravamo permessi di suggerire l’affidamento della gestione alla Multiservizi, con una interrogazione ancora rimasta senza risposta.

Eppure che il rischio fosse di assistere ad un degrado costante delle piscine comunali era ben presente alla Amministrazione che più volte, nello stanziare risorse per la loro “rifunzionalizzazione”, aveva testualmente affermato che “le piscine, per la loro peculiarità impiantistica, devono essere gestite con continuità in quanto periodi di inattività, oltre a non garantire per gli utenti l’utilizzo di strutture ad elevata richiesta, portano a notevoli danni impiantistici in caso di chiusura degli stessi oltre a possibili atti vandalici purtroppo frequenti in città anche su strutture pubbliche gestite che rendono urgente l’affidamento del complesso natatorio anche al fine di non vanificare gli interventi eseguiti”.

Data questa consapevolezza non si comprende, allora, perché negli interventi di “rifunzionalizzazione” non sia stata inclusa la installazione di un impianto di video sorveglianza che avrebbe portato ad individuare gli autori di tali gesti vandalici.

Ora non bisogna arrendersi.

Occorre ripristinare immediatamente l’impianto e pensare a forme di gestione che magari vedano coinvolte la Multiservizi e tutte le associazioni attive nel settore del nuoto presenti in città.


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