Puglia.Incardinata in Commissione Sanità la proposta del M5S per il progetto pilota su infermiere di famiglia e di comunità

È stata incardinata in III Commissione Sanità la proposta di legge del M5S a prima firma del capogruppo Marco Galante “Percorsi formativi e progetto pilota su infermiere di famiglia e di comunità” .

Con questa proposta si dà attuazione a quanto disposto dal DM 77 del 2022 che ha ridefinito i modelli dell’assistenza territoriale nel sistema sanitario nazionale e ha istituito la figura dell’Infermiere di Famiglia o comunità. Una figura che assume un ruolo di riferimento centrale nel potenziare e migliorare la continuità assistenziale domiciliare a livello territoriale; promuovere e gestire in modo integrato le condizioni di cronicità, fragilità e non autosufficienza, in collaborazione con i medici di medicina generale e gli altri professionisti; gestire in maniera appropriata gli strumenti di tele assistenza; sviluppare l’educazione terapeutica per l’autogestione della malattia; promuovere sani stili di vita; diminuire gli accessi al Pronto Soccorso, le degenze ospedaliere, garantendo assistenza ai malati cronici o in fase acuta, per i quali sono possibili cure praticabili presso il proprio domicilio.

“In particolare – spiega Galante – vogliamo concentrarci sulla formazione necessaria per adeguare la didattica alle nuove esigenze e competenze che l’infermiere di famiglia o  comunità deve avere, sicuramente diverse da quelle richieste finora.

La proposta stabilisce che entro 90 giorni dall’entrata in vigore della legge, di concerto con le Università pugliesi, la Giunta approvi le Linee Guida con l’individuazione anche dei percorsi formativi. Per fare questo  si dispone l’avvio di uno specifico progetto pilota di sperimentazione che coinvolga tutte le aziende territoriali pugliesi, a cui spetterà il compito di individuare  almeno una zona del distretto Asl in cui attivare il progetto e  si prevede la formazione degli operatori selezionati. 

Sarà importante ascoltare in audizione gli ordini professionali infermieristici che da due anni stanno collaborando per la stesura del testo e hanno anche preso parte ai tavoli convocati sulla formazione specifica. Ascolteremo anche gli ordini dei medici, visto che per la gestione di case e ospedali di comunità finanziati con i fondi del PNRR sarà fondamentale la collaborazione con medici di famiglia, pediatri ed equipe multidisciplinari per garantire una presenza continuativa nella propria comunità di riferimento, capace di integrarsi con la rete di protezione sanitaria e sociale in modo da supportare pazienti e caregiver. Il Consiglio potrà monitorare i risultati del progetto, perché la proposta prevede che la Giunta, ad un anno dall’avvio dello stesso, relazioni alla commissione consiliare competente e in Consiglio sugli interventi realizzati e sui risultati della sperimentazione. A due anni dalla data di entrata in vigore della legge e con successiva periodicità biennale, la Giunta presenterà una relazione  con  le informazioni sugli interventi attuati e i risultati della loro implementazione, indicando strumenti e modalità applicative, tempi dei procedimenti, risorse stanziate e utilizzate, eventuali criticità incontrate nell’attuazione degli interventi; lo sviluppo e il funzionamento dell’assistenza territoriale e domiciliare. Nelle regioni come la Toscana, in cui la figura dell’infermiere di famiglia è operativa da anni, si sono ottenuti risultati importanti sia per quello che riguarda la diminuzione della spesa sanitaria grazie alla riduzione del 20% dei ‘codici bianchi’ al Pronto Soccorso e del 10% delle ospedalizzazioni, sia per quello che riguarda il miglioramento della qualità della vita dei cittadini”.


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