Ada provinciale di Brindisi:La sanità a Brindisi e provincia ha necessità di sanare le sue emergenze.

La consapevolezza è che, purtroppo, queste si sono accentuate ancora di più, in questo periodo di pandemia, e che non propinano certezze di cure per chi soffre. 

Il richiamo fa riferimento al “Diritto di Salute”, garantito dalla Costituzione, in particolare negli art. 3 (indicativi sulla dignità sociale) e art. 32 (sulla tutela della salute), ma pochi ne danno un giusto merito e rilevanza costituzionale. Per l’ADA “tutela” e “dignità”, invece, non sono punti estremi, ma fondamenta del diritto e della qualità di vita di restituire a ogni cittadino. 

Queste non possono essere considerate “utopiche”. Esse sono nel nostro essere alla ricevere di avere diritti e, quindi, indicatore, orizzonte e avvio per la valorizzazione della dignità umana, valutata nella rivelazione delle virtù che potenzialmente ha l’uomo.

Le sue manifestazioni sono nell’equità, nell’eguaglianza, nella solidarietà, che dovrebbero essere indicative nell’uomo, nella collettività di rappresentanza e in ciò che possa essere di supporto in ciò che si condivide e si unisce e non in quello che crea differenze (autonomia differenziata e sanità privata). 

La voce del diritto ha valore. Essa ha capacità. Essa dovrebbe rompere i silenzi delle povertà nel “Diritto di cura”. Il dettato costituzionale lo valuta come “esigibile”, “inviolabile” e “universale”.

 La sua esigenza è nella tutela delle fragilità e nel garantire dignità a chi soffre, (malattie oncologiche), in particolare di malattie rare sui bambini, che ancora la scienza moderna non riesce a curare. Bisognerebbe, di conseguenza, aumentare le qualità e le quote delle risorse. 

Il governo ha messo a disposizione solo il 7,1% del Pil da destinare alla spesa della sanità pubblica. Un dato che risulta disallineato rispetto alla Germania del 7,82 nella quota di spesa e nel confronto con la Francia, con 5,73 nel numero dei posti letto ospedalieri, che in Italia è del 3,19 per mille abitanti.

Il benessere di Salute si misura anche nella qualità delle Università,(non certo nel numero chiuso di alcune facoltà), nella formazione e nell’apertura verso la ricerca e la sperimentazione in rete mondiale. Queste non possono essere un oblio nella realtà del Paese. Senza finanziamenti è impossibile avere un modello di “civiltà”, creare sviluppo e stili di vita in una comunità che vede l’Italia tra i paesi più avanzati. L’ADA provinciale di Brindisi fa propri questi temi, li difende e sono di dominio pubblico le vertenze sindacali e il percorso ostico che è stato svolto a beneficio delle comunità in questi ultimi decenni dalla Corte Costituzionale dalla sentenza n.120/67 in poi e in particolare nel periodo di pandemia.

Il nostro auspicio è rivolto al sistema integrato socio-sanitario, che dovrebbe essere in condivisione tra le Istituzioni comunali e le Asl (Aziende sanitarie locali). Le finalità degli adempimenti avrebbero lo scopo di garantire la realizzazione d’interventi e prestazioni sociali e sanitarie verso le esigenze e i bisogni assistenziali dell’ammalato, dell’anziano e della persona non autosufficiente.

A tal proposito l’ADA chiede al Governo di potenziare l’Assistenza domiciliare dotandola di più sostegni negli atti della vita quotidiana che costringono l’anziano a ricoveri indesiderati in RSA (per es. servizi domestici, uso dei servizi igienici, alimentarsi, vestirsi) oltre agli interventi a domicilio infermieristici, diagnostici, prelievi per esami e riabilitazione. 

La legge delega (art.4, comma 2, lettera a) è limitativa per la nostra Associazione.

Essa, purtroppo, non potenzia l’offerta di supporti domiciliari che dovrebbero tutelare la persona negli atti della vita quotidiana, al contrario differisce il tutto a fondi esistenti e al prevedere l’integrazione tra ADI (Assistenza domiciliare integrata) e SAD (servizi di assistenza domiciliare). 

La finalità è nella necessità di De-ospedalizzare.

L’obiettivo se il Governo lo rendesse attuabile, creerebbe le potenzialità per migliorare l’offerta dei servizi ai cittadini che ne hanno bisogno in una rete di prestazioni territoriali meno costosa e più appropriata verso una grande operazione di ristrutturazione dell’industria per i servizi sociali e ospedalieri. 

L’incipit, per l’ADA, è raggiungibile solo nel cercare di articolare un piano di ruoli e spesa in più modalità, possibili da concordare con i comuni di appartenenza e con la famiglia per adattarle alla specifica situazione del paziente dando titolarità e compartecipazione di spesa oltre all’ASL.

La centralità delle riforme strutturali, stimolate anche dal PNRR nella strategia di ripresa e resilienza, potrebbe servire per essere “dose di fiducia” e “humus fertile” nella cura delle regole, nell’etica e nella capacità innovativa del saper cogliere le opportunità e mostrarsi Spirito Futuro di Prossimità e non di rischi nel mancato supporto e nel trattamento discriminatorio verso i pazienti. Per l’ADA la Missione 6 del PNRR, s’intende ridisegnare un nuovo Sistema Sanitario che, attraverso il dialogo condiviso, si possa percepire il bisogno di chiedersi: “Che tipo di sanità per il futuro”? quali saranno le dimensioni: “strutturale”, “processo” e “esito di cura”?

Essa, però, non è sufficiente se non si crea nella collettività una buona politica che non sia più una “bandierina ideologica di alcuni”, ma Anima per un futuro post-pandemico equo, inclusivo e sostenibile.

La politica del primo decennio (2010-2019), ha trascurato la sanità territoriale. Il “de-finanziamento” nella sanità pubblica ha sgretolato il sistema e riducendo la spesa pubblica al lumicino. 

Come va la salute a Brindisi? L’Asl brindisina ha bisogno di superare i momenti bui. Un tempo gli indicatori davano un giusto peso alla sanità territoriale, ma stando all’attuale fotografia lo stato di salute della sanità è a rischio di un collasso. La necessità è nel ricevere finanziamenti adeguati in tempi brevi e di creare un piano di assunzioni straordinario di tutti gli operatori sanitari e sociali. Nella Conferenza dei sindaci, la buona politica ha rimarcato gravi carenze e criticità che affliggono il territorio di Brindisi in tutti e tre i Presidi (Brindisi, Francavilla e Ostuni) nel ricevere cure inadeguate ed incomplete a causa di reparti, liste d’attesa da tempi biblici, di operatori sanitari insufficienti a coprire ogni situazione d’emergenza e di attese prolungate oltre il dovuto nelle corsie del Pronto Soccorso. È necessario, quindi, dare entità e dignità al territorio, avviando una soluzione attraverso la nomina di un direttore sanitario e una programmazione, la più rapida possibile. Per l’ADA provinciale serve un percorso che parta da un nuovo modello di “pensare il Diritto di Salute” che, un tempo, esisteva in un confronto di memoria ospedaliera territoriale tra la vecchia e la nuova assistenza e servizi di oggi. L’incipit è nel dare voce a chi non la possiede. Per fare questo il primo passo è sicuramente nella nomina di un Direttore, invece di un commissario, mentre l’altro è nella necessità di pensare e di organizzare in un modo diverso, tale da rendere affidabile l’assistenza sanitaria in un piano assistenziale individuale, capace di potenziare le mansioni di vita quotidiana.

 La sanità è un diritto essenziale che per l’anziano e quindi per l’invecchiamento progressivo della persona, essa deve essere considerata “una sfida importante per la salute e per il Servizio sanitario territoriale”, L’ADA provinciale chiede all’Asl di Brindisi di affrontare le sfide e curare gli stili di vita di chi soffre con dignità senza Viaggi della Speranza e lista d’attesa biblica. 

 

Il presidente dell’ADA provinciale

Giunta Tindaro


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