OSPEDALE FRANCAVILLA, CAROLI (FDI): OTTO POSTI LETTO DI RIANIMAZIONE INUTILIZZATI. UNO SPRECO DI DENARO E UNA MANCATA OFFERTA SANITARIA

“Il prossimo agosto saranno due anni dal termine dei lavori edili dell’unità operativa di terapia intensiva dell’ospedale di Francavilla Fontana, all’epoca furono spesi 647mila euro per adeguare il vecchio reparto e furono trovate ulteriori risorse per gli arredi e le attrezzature per otto posti letto che ora giacciono nel reparto inutilizzate (come dimostrano le foto). Non si tratta solo di uno spreco di denaro pubblico – di soldi dei pugliesi, per intenderci – ma soprattutto di una mancata offerta sanitaria in un territorio fortemente penalizzato, che ha come conseguenza aggravare il peso sulla Rianimazione del Perrino di Brindisi.

“La motivazione che vi è una carenza di medici anestetisti è ancor più paradossale visto che quelli assunti dalla ASL di Brindisi sono in forza all’ospedale di Ostuni dove, per? il reparto non esiste, ma esistono, comunque, dei letti. Davvero un quadro desolante di sciatteria di risorse pubbliche e menefreghismo sulla pelle dei brindisini.”

“La tragedia sfiorata a Giovinazzo qualche giorno fa, quando si sono staccati e caduti in strada calcinacci e massi dall’Istituto Vittorio Emanuele II che ospita la postazione del 118 e la guardia medica, pone ancora una volta la necessità e l’urgenza di intervenire da parte della Città Metropolitana, proprietaria dell’immobile e che ha la competenza della manutenzione della struttura”. Lo afferma il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Michele Picaro, che prosegue: “Fortunatamente, al momento della caduta, nessuno transitava in una strada che resta molto trafficata: oltre agli operatori sanitari, la via è percorsa anche da numerosi passanti e turisti. Le condizioni esterne e interne dello stabile sono disastrose. Parliamo di una struttura che rappresenta un punto di primo intervento, all’interno della quale ci si reca per situazioni di emergenza. Il paradosso è che la struttura è essa stessa la rappresentazione dell’emergenza al punto che sarebbe da chiudere, ristrutturare e restituire alla comunità in condizioni ben diverse da quelle di abbandono e degrado attuali che recando anche un danno di immagine alla cittadina di Giovinazzo, oltre a costituire un pericolo per la pubblica incolumità. Bisogna intervenire immediatamente – conclude Picaro – e ragionare sul recupero dell’immobile e su quelle che possono anche essere le molteplici destinazioni di una struttura che sarebbe in grado di accogliere altre tipologie di servizi utili alla comunità e che potrebbe anche tornare di proprietà del Comune”.


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