“La Svolta dell’Unione Europea nella Lotta alla Povertà: Contrasti con la Politica Italiana”

L’Unione Europea ha recentemente evidenziato un crescente impegno nella lotta alla povertà, ponendola al centro della sua agenda politica. Tuttavia, un’analisi dettagliata mostra un’interessante discrepanza tra le direzioni intraprese dall’Unione Europea e dall’Italia, quest’ultima che sembra aver adottato una strada opposta.

 

Cambiamenti di Prospettiva: Dalla Crisi Finanziaria all’Emergenza Sanitaria

La crisi pandemica seguita dalla crisi economica legata alla guerra ha segnato una svolta nelle politiche dell’UE. La Commissione europea ha proposto una Raccomandazione nel settembre 2022, adottata dal Consiglio e approvata dal Parlamento europeo nel marzo 2023. Questi documenti riflettono un cambio di prospettiva, indicando l’importanza di politiche di reddito minimo adeguato per contrastare la crescente povertà e esclusione sociale.

Il Nuovo Focus sull’Adeguatezza del Reddito Minimo

Le nuove raccomandazioni si concentrano sull’adeguatezza del reddito minimo, richiedendo che sia almeno equivalente alla soglia nazionale di rischio di povertà o valori comparabili. Inoltre, si sottolinea l’importanza di considerare l’inflazione e l’aumento del costo della vita, insieme a una maggiore copertura e utilizzo del reddito minimo.

La Sostituzione del Reddito di Cittadinanza con l’Assegno di Inclusione in Italia: Una Decisione Controversa

Dal 1° gennaio 2024, l’Italia ha varato la sostituzione del reddito di cittadinanza con l’assegno di inclusione, una mossa che la rendel’unico paese europeo privo di una misura universalistica di contrasto alla povertà. Questa scelta, in contrasto con l’attuale tendenza dell’Unione Europea, solleva interrogativi sulla coerenza delle politiche nazionali con gli obiettivi di riduzione della povertà stabiliti a livello europeo per il 2030.

L’Evolvere delle Politiche Europee di Reddito Minimo: Dal 1992 a Oggi

L’intervento iniziale dell’Unione Europea nel campo del reddito minimo risale al 1992, con la Raccomandazione 92/441. Tuttavia, per lungo tempo, la politica europea sembrava orientata principalmente verso misure di attivazione e inserimento lavorativo anziché verso il sostegno diretto al reddito. Solo nel 2017, con l’adozione dell’European Pillar of Social Rights, l’attenzione si è riorientata verso la necessità di un reddito minimo adeguato per garantire dignità e accesso a beni e servizi.

La Pandemia e la Crisi Economica: Cambiamenti di Rotta nell’Agenda Europea

La pandemia di COVID-19 e la crisi economica successiva hanno provocato una revisione delle politiche europee, riportando al centro dell’attenzione l’uso di strumenti di reddito minimo per contrastare la povertà. Le conclusioni del Consiglio Ue e l’Action Plan dell’European Pillar of Social Rights evidenziano l’impegno a intensificare la protezione sociale e raggiungere l’obiettivo di ridurre di almeno 15 milioni le persone a rischio di povertà entro il 2030.

Le Raccomandazioni dell’Unione Europea: Adeguatezza, Copertura e Utilizzo del Reddito Minimo

Le recenti raccomandazioni del Consiglio, della Commissione e del Parlamento europeo sottolineano l’importanza dell’adeguatezza del reddito minimo, incoraggiando gli Stati membri a garantire un sostegno almeno equivalente alla soglia nazionale di rischio di povertà. La richiesta di riconoscere il reddito minimo ai singoli membri della famiglia, anziché su base familiare, mira a garantire indipendenza economica a coloro a maggior rischio di povertà.

La Controtendenza Italiana: Critiche e Possibili Implicazioni Economiche

La decisione italiana di sostituire il reddito di cittadinanza con l’assegno di inclusione viene messa in discussione, soprattutto in considerazione delle recenti richieste dell’Unione Europea di un reddito minimo obbligatorio e adeguato. La controversia politica tra le forze di centro-destra e di centro-sinistra riflette le sfide e le divergenze interne sull’approccio alle politiche di sostegno al reddito il cui dibattito politico sulla questione è acceso. Mentre il governo sostiene una riforma più mirata con l’assegno di inclusione, il Parlamento europeo spinge per l’introduzione obbligatoria di un reddito minimo “adeguato” per tutti gli Stati membri.

Al di là delle divergenze politiche, sorge la domanda se le decisioni del governo italiano possano comportare danni economici e se potrebbero essere soggette a infrazioni con eventuali sanzioni da parte della Commissione Europea. Le divergenze tra le politiche europee e nazionali potrebbero generare tensioni e compromettere il precario equilibrio sociale.

Conclusioni: Il Divario Tra le Politiche Nazionali e l’Agenda Europea

In conclusione, mentre l’Unione Europea intensifica gli sforzi per contrastare la povertà con politiche universalistiche, l’Italia sembra adottare una direzione diversa. Le implicazioni di questa discrepanza potrebbero non solo riflettersi nelle dinamiche politiche interne ma anche generare domande sulla coerenza dell’approccio europeo e nazionale nella lotta contro la povertà.

 

di seguito la norma pubblicata nella Gazzetta Ufficiale Europea

RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO EUROPEO


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