Liste d’attesa. M5S chiede al presidente Emiliano l’istituzione di un tavolo tecnico politico

I consiglieri del M5S Marco Galante, Cristian Casili e Grazia Di Bari hanno inviato al presidente Emiliano e all’assessore Rocco Palese la richiesta di istituzione di un tavolo tecnico politico sulle liste d’attesa del Servizio Sanitario Regionale. 

“Il problema delle liste d’attesa – dichiarano i pentastellati – è uno di quelli maggiormente avvertiti dai cittadini, per questo è tra i punti prioritari che abbiamo sottoposto al presidente Emiliano nel corso dell’ultimo incontro. Il diritto alla salute è sancito dalla Costituzione e abbattere le liste d’attesa significa poterlo garantire a tutti”.

Il monitoraggio dei tempi di attesa, così come emerge dal sito della stessa Regione Puglia ed aggiornato al mese di luglio del 2022 evidenzia la criticità di alcuni dati: per un esame di RMN della colonna, senza e con mezzo di contrasto, i giorni (“medi” e non massimi) di attesa sono 710; per una RMN encefalo, senza e con mezzo di contrasto  i giorni medi di attesa sono 268; per una RMM di encefalo e tronco encefalico, i giorni medi di attesa sono 181. In base ai numeri contenuti nel report regionale sulle liste d’attesa si evincono tempi lunghi per tutte le Asl: ad esempio occorre un anno per una mammografia al Policlinico di Bari, mentre nella Asl Bat per una Tac urgente, da farsi entro 3 giorni, del torace o dell’addome si devono attendere più di due settimane. 

La nuova normativa sulle liste d’attesa contenuta nel Piano Nazionale di Governo delle Liste d’Attesa  (PNGLA) per il triennio 2019 – 2021, ha disposto modifiche importanti sul numero di prestazioni garantite e monitorate, sui tempi massimi di erogazione, sul ruolo delle strutture che hanno il paziente in carico, oltre che sulle tecnologie messe a disposizione dei cittadini per usufruire dei servizi di prenotazione di visite, esami e ricoveri. Il PNGLA ha previsto peraltro l’attivazione da parte delle Regioni di “percorsi di garanzia/tutela” alternativi alle prestazioni specialistiche, nel caso che si superino i tempi indicati dal PNGLA e da quello regionale: in tali situazioni è possibile richiedere la possibilità di effettuare la prestazione in regime di privato accreditato. Il piano stabilisce anche che se gli obiettivi di salute e assistenziali non dovessero essere raggiunti, la Direzione Generale della ASL (o dell’A.O.) può automaticamente essere rimossa dal suo incarico per inadempienza.

“È necessario prendere atto – continuano i pentastellati – che il sistema sanitario pubblico e quello privato accreditato, erogando entrambi legittimamente prestazioni pubbliche, devono trovare un’integrazione governata dalle istituzioni, nazionale e regionale, in applicazione delle normative nazionali e regionali vigenti. La strada da percorrere, nell’interesse prioritario dei cittadini, è quella di una costante e leale collaborazione istituzionale tra i due settori. Il tavolo oltre ad analizzare la situazione attuale  e le principali criticità, vuole arrivare alle migliori soluzioni a breve e lungo termine per risolvere il problema, partendo dalla complementarietà tra pubblico e privato accreditato. Vogliamo assicurare la trasparenza, la legittimità, la regolarità e la correttezza dell’azione amministrativa e conseguentemente valutare le ragioni che impediscono alle strutture sanitarie pubbliche di garantire una quantità di esami diagnostici ambulatoriali pari a quella resa all’interno delle strutture private accreditate con il S.S.R. pugliese”.


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