BRINDISI.Marchionna: “Alert di Save the Children sulle periferie brindisine. Co-progettare con gli enti del Terzo Settore e andare oltre il welfare riparativo”

Il più grande patrimonio a disposizione della città è rappresentato dal suo enorme capitale sociale: i giovani, le donne, le famiglie, le imprese, le associazioni civiche e di volontariato che definiscono il tessuto connettivo della nostra comunità.

È necessario tuttavia valorizzare questa straordinaria ricchezza se si vuole perseguire un’idea di futuro che coinvolga tutta la società.

La relazione che Save the Children ha consegnato al Comune di Brindisi restituisce un quadro delle periferie cittadine che non può lasciare indifferenti. Il quartiere Perrino, dove insistono progetti di Save the Children, viene descritto come un circuito di deprivazioni socio-culturali, privo di servizi per l’infanzia e l’adolescenza (ad eccezione dell’oratorio della parrocchia), caratterizzato da un alto tasso di disoccupazione e di dispersione scolastica. Un luogo che non offre ai bambini e ai ragazzi spazi per coltivare aspirazioni, talenti e passioni. Elementi confermati dal dato statistico che relega Brindisi all’ultimo posto in Puglia in termini di accessibilità a servizi socio-culturali pensati per i giovani. 

Questo quadro non ci sfugge. È solare che occorra potenziare i presidi sociali, educativi e culturali. Soprattutto nelle periferie. Nel nostro programma di governo della città abbiamo posto particolare attenzione ai molteplici problemi del disagio giovanile, cioè a quelle forme che troppo spesso sfociano in patologie individuali o comportamenti sociali violenti. Fare fronte a una situazione così compromessa non è ovviamente compito del Comune, che comunque può contribuire ad attenuare l’impatto sociale di questi fenomeni, sostenendo concretamente le Comunità educanti operanti nella città e magari impegnandosi per organizzarne di ulteriori. La collaborazione con le istituzioni della scuola, delle associazioni, delle comunità religiose, dei presidi dei servizi sociali sarà un’assoluta priorità che si intreccerà con l’impegno prioritario in favore del mondo giovanile. 

Da qui la necessità di riformare il sistema attuale verso un Welfare non più riparativo e assistenziale ma sistemico, avvalendosi del prezioso aiuto della società civile e del Terzo Settore. Quanto affermato è possibile solo attraverso una strategia di co-programmazione e co-progettazione con gli enti del Terzo Settore, che consenta di fare rete, unire le forze, le diversità e le caratteristiche specifiche per non lasciare indietro nessuno.


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