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MILANO, BUFERA SINDACALE DOPO LE ULTIME DISPOSIZIONI DEL NEO-PROVVEDITORE

“AGENTI AGGREDITI E PICCHIATI IN CARCERE, MA BISOGNA LIMITARE USO DEI MEZZI DI COERCIZIONE DEI DETENUTI VIOLENTI”

Permane alta la tensione nelle carceri della Lombardia. E fa discutere una disposizione del nuovo Provveditore regionale dell’Amministrazione Penitenziaria, Maria Milano.

“La situazione penitenziaria lombarda è sempre critica ed allarmante”, commenta Donato CAPECE, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, il primo e più rappresentativo della Categoria. Non possono più essere ammissibili e tollerabili atteggiamenti prevaricatori, arroganti da parte di una utenza detenuta che ormai, è notorio a tutti, è sempre più spietata ed insofferente al regime penitenziario, sia adulto che minorile! La politica deve farsi carico di tale problema assumendo idonee iniziative legislative per risolvere quando prima tale questione. Per questo lascia senza parole la disposizione del Provveditore lombardo Milano”. “Pensate”, aggiunge, “che a fronte delle centinaia e centinaia di eventi critici che accadono e che spesso vedono soccombere i poliziotti penitenziari, a Milano l’omonimo provveditore ha ritenuto opportuno, dal fresco del suo ufficio, richiamare coloro che stanno nella prima linea delle sezioni detentive, ossia le donne e gli uomini del Corpo di Polizia Penitenziaria, ad un corretto uso dei mezzi di coercizione verso i detenuti violenti. Come se non lo sapessimo: semplicemente pazzesco!”. Il SAPPE denuncia le ipocrisie e la diffusa indifferenza dell’Amministrazione Penitenziaria, a cominciare dai vertici del Provveditorato regionale di Milano e del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria: “Siamo sconcertati dall’assenza di provvedimenti in merito contro chi si rende responsabile di queste inaccettabili violenze, determinando quasi un effetto emulazione per gli altri ristretti violenti. Aggressioni, colluttazioni, ferimenti contro il personale, così come le risse ed i tentati suicidi, sono purtroppo all’ordine del giorno e non sono minimamente considerati da parte di questa amministrazione matrigna”