Gli alunni delle suore antoniane di Brindisi visitano la base dell’UNHRD

Perché gli aiuti umanitari sono essenziali anche per la dignità umana

Tre classi della scuola paritaria S. Antonio di Padova sono state in visita alla Base di pronto intervento umanitario delle Nazioni Unite (UNHRD) di Brindisi, gestita dall’agenzia ONU World Food Programme (WFP). È stata l’occasione per capire di più l’importanza dello stoccaggio e la gestione dei beni di prima necessità finalizzati ad affrontare le emergenze umanitarie. Argomento reso, purtroppo, tragicamente attuale anche dagli eventi bellici. 


Ad accompagnare le classi di terza, quarta e quinta elementare dell’Istituto comprensivo Scuola S. Antonio di Padova, che è ubicato al quartiere Casale di Brindisi (via A. Locatelli 8 – tel. 0831.413746), sono stati i rispettivi docenti, le rappresentanti di classe, la dirigente scolastica Sr Mary Thomas Elenjikal e l’economa Sr. Sani Elizabeth. 

Questa scuola parificata è gestita dalla Congregazione delle suore oblate di S. Antonio di Padova. A guidare queste religiose, presenti anche in India e in Africa, è Sr Bertilla (Anna Fumarola) che è la madre superiora generale della congregazione. Contiene una sua frase la targa ricordo della visita che è stata donata, a nome di tutto il personale della base, ad Antonio Avella, manager di WFP-UNHRD Brindisi: “grati per aver contribuito a sensibilizzare gli alunni delle nostre scuole al tema del trasferimento degli aiuti umanitari nel mondo”. 

Gli alunni della scuola parificata S. Antonio di Padova hanno visitato un’area espositiva che illustra l’evoluzione storica di UNHRD da Brindisi alla creazione della rete globale e il magazzino principale dove gli alunni hanno appreso e constatato quali sono gli aiuti e le attrezzature più importanti per supportare le popolazioni colpite da un’emergenza umanitaria.   

Nel corso della visita sono inoltre stati illustrati alcuni progetti dell’unità di ricerca e sviluppo, UNHRD Lab, tra cui la “Cradle tent”, un progetto che abbraccia il concetto di upcycling in cui la l’imballaggio in legno di una tenda familiare, una volta che questa è installata, si trasforma in una culla per neonati. Nella visita di istruzione si è parlato anche di “dignità, libertà e giustizia per tutti” perché è apparso chiaro come la distribuzione degli aiuti umanitari siano indispensabili non solo per la sopravvivenza delle persone in aree di crisi ma anche per garantire a quelle stesse persone la fondamentale dignità umana.

Situata in una sezione nell’ex base USAF San Vito dei Normanni, la base UNHRD di Brindisi è divenuta operativa all’interno dell’aeroporto militare della città nel giugno del 2000, grazie ad un’iniziativa lungimirante del Governo italiano che da allora ne finanzia ogni anno i costi di gestione. A seguito dello Tsunami del 2004, del terremoto del Pakistan del 2005 e di altre gravi crisi in quegli stessi anni, il WFP ha istituito, sul “modello Brindisi”, altre quattro basi in regioni strategiche del mondo: Ghana, Emirati Arabi Uniti, Malesia e Panama. 

La rete di basi UNHRD opera come una piattaforma di servizi alla comunità umanitaria, tra cui agenzie ONU, organizzazioni non-governative ed enti governativi ed intergovernativi, per la preparazione e la risposta all’emergenze umanitarie. Nel 2023, la base di Brindisi, grazie alla sua posizione strategica nel cuore del Mediterraneo, ha supportato la risposta ai conflitti a Gaza e in Somalia, ai terremoti in Turchia, Siria e Afghanistan, alle alluvioni in Libia e alla crisi regionale del Sudan. 

A partire dal 2007, UNHRD Brindisi ha raggiunto un ruolo di eccellenza nel settore dei corsi di formazione e delle simulazioni d’emergenza grazie al contesto naturale e alle infrastrutture che offrono un’ambientazione particolarmente adatta a ricostruire scenari di crisi. A rendere ancora più realistiche queste simulazioni ci sono anche gli enti locali, civili, militari e di volontariato, che prendono parte alle simulazioni riproducendo il loro lavoro o ricoprendo ruoli che contribuiscono a ricreare tutti i complessi aspetti di un’emergenza umanitaria. Nel 2023, la base ha ospitato 14 eventi tra corsi e simulazioni che hanno interessato circa 700 operatori umanitari.


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