BRINDISI.Licchello:Da Brindisi abbandonata al pianto del coccodrillo

Iì Ricordo a me stesso, che il Convegno del 28 Giugno 2019 organizzato dalla UIL di Brindisi, si poneva l’obiettivo di rivolgere un appello ai politici che ci rappresentavano in Europa, al fine di sostenere la ripresa economica del mezzogiorno e in particolare della nostra provincia, attraverso i finanziamenti dell’Unione Europea che in quel periodo si programmavano.

Investimenti che purtroppo ancora oggi si pongono in discussione, con il rischio concreto di ritardarne la disponibilità o l’utilizzo in progetti poco utili al territorio.

In tutto questo marasma industriale, mi permetto di valorizzare il lavoro svolto in passato e per il prossimo futuro della società Jindal che ha costruito intorno al progetto di sviluppo l’attenzione della politica Regionale e Nazionale, uno sviluppo che rafforzerà il sistema occupazionale, economico ed industriale, intorno ad esso si potrebbe anche creare un indotto per la creazione della materia prima.

Ancora oggi tante le preoccupazioni, potremmo citarne alcune, dalla incapità sulle verifiche, alle leggerezze di valutazione, ai picci, alle prese di posizione fasulle che hanno determinato il mancato sviluppo.

Oggi non serve il pianto del coccodrillo dimenticandosi il passato e il sostegno alla politica del no.

Il convegno della UIL.. Brindisi in Europa è stata l’occasione unica ed irripetibile propedeutica a prepararsi ad indicare al G7 “forum intergovernativo” quale potrebbe essere la vera svolta ed il vero cambiamento.

Invece si continua a discutere delle buche nelle strade, della scarsa illuminazione, di un percorso ciclabile che non è mai stato preso in considerazione ecc.. ecc..

Ho sempre ritenuto invece necessario rappresentare ai parlamentari del territorio un progetto di sviluppo sostenibile così come lo indica l’Unione Europea, utile a raggiungere obiettivi finalizzati verso le famiglie, imprese del territorio, la lotta alla disugualianza, al sostegno dello sviluppo, perchè sono convinto che una crescita senza inclusione del territorio limita la mobilità sociale, danneggia la crescita culturale e crea instabilità economica e politica. In questo percorso perciò, la sostenibilità dell’economia pubblica e privata sono determinanti per uno sviluppo serio e duraturo.

È evidente il danno economico ed occupazionale che si è determinato negli anni passati, così come è evidente la difficoltà di oggi nel programmare sviluppo ed inclusione sociale.

La povertà nel territorio cresce sempre di più, con conseguenze disastrose verso l’occupazione, troppe le vertenze aperte.

È necessario formalizzare un tavolo di discussione, di dialogo per raggiungere obiettivi importanti per dare risposte utili alla crescita della disoccupazione e della povertà.

Sono convinto che se non c’è il confronto, se non si dialoga, non riusciremo mai a programmare azioni importanti per ricercare soluzioni atte a garantine condizioni di sviluppo e integrazioni sociali.

L’inclusione è sempre stata uno strumento bello a dirlo, difficile ad attuarlo.

 

Tonino Licchello.


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